Torino, 6 maggio 1951, il piccolo Paolo pronto a ricevere il santo battesimo nella chiesa di Santa Giulia (quartiere Vanchiglia) dove, un anno prima, si erano sposati il suo papà Pietro e la sua mamma Mariuccia. La madrina, che lo tiene in braccio è la sua zia materna Melina.
Il sontuoso abitino bianco battesimale è opera della prozia Antonietta, ricamatrice professionista presso i migliori negozi di Torino.
A quei tempi, la famiglia materna di Paolo abitava in via Luigi Tarino 16, vicino al Po.
Una piccola famigliola, Paolo, mamma Mariuccia e papà Piero, ferroviere a Voghera. Mariuccia è casalinga, i soldi sono pochini, ma la felicità non è data sicuramente dai soldi.
Mariuccia è casalinga convinta, per scelta. Si è licenziata dal suo lavoro (impiegata presso la Venchi Unica di Torino) prima di sposarsi.
Mamma Mariuccia non aveva dubbi: meglio vivere con pochi soldi, ma crescere i suoi bambini senza doverli affidare a un nido.
Poteva fare altre scelte, rimanere a Torino, continuare a lavorare, ma in quegli anni una donna poteva ancora scegliere se era meglio condurre una vita modesta educando i propri bimbi o se vivere una vita affannata e stressante ma realizzante (?!)
Mariuccia ha fatto la sua scelta, della realizzazione lavorativa fuori casa non le importava proprio nulla e i figli ne furono felici, il marito anche.
Copertina della Domenica del Corriere del 1951